Dai vecchi e amati blocchi LEGO alle pale delle turbine dello Space Shuttle, lo stampaggio a iniezione della plastica tocca le vite di molte persone ogni giorno. Tuttavia in tanti e a giusta ragione si chiedono cos’è lo stampaggio ad iniezione di materie plastiche, perché è così popolare e come si articola la tecnica. A seguire cercheremo di rispondere in modo esaustivo a tutte queste domande.
Che cos’è lo stampaggio ad iniezione?
Lo stampaggio a iniezione è un processo appositamente studiato per la produzione di grandi volumi di parti in genere realizzate in metallo, vetro, gomma o plastica. Il procedimento nello specifico prevede l’iniezione di materiale fuso in uno stampo e il suo raffreddamento affinchè da liquido passi allo stato solido. Le aziende di stampaggio materie plastiche come Stamplast Italia c attuano quindi questo processo di produzione iniettando la materia prima fusa in uno stampo di metallo, ricalcando le orme dell’inventore americano John Wesley Hyatt. Quest’ultimo nel 1872 brevettò la prima macchina per lo stampaggio a iniezione di plastica nel tentativo di sostituire le palle da biliardo in avorio proprio con quelle di questo materiale. Oggi tuttavia la tecnica si è evoluta rapidamente e dalla produzione iniziale di piccole e semplici parti in plastica come i pulsanti di una radio, si possono realizzare in breve tempo e con la massima precisione apparecchiature mediche piuttosto complesse e tanti altri elementi di uso comune.
Quali prodotti vengono realizzati con lo stampaggio a iniezione?
Le aziende di tutto il mondo utilizzano lo stampaggio a iniezione per produrre in serie tutti i tipi di oggetti da quelli grandi come un bidone per i rifiuti a uno piccolo tipo una custodia per cellulare. L’uso più diffuso dello stampaggio a iniezione della plastica è tuttavia quello legato alla realizzazione di parti utilizzate in situazioni in cui l’aspetto estetico non ha importanza, come ad esempio quelle meccaniche anche perché il processo non lascia impurità sul prodotto finito. La plastica che viene utilizzata per lo stampaggio a iniezione, è rappresentata in genere da materiali termoplastici che si fondono ad alte temperature e si solidificano a quelle basse. Molto spesso questi derivati termoplastici di cui un’azienda stampaggio plastica dispone, si presentano sotto forma di pellet che si possono anche mescolare con coloranti, con dell’altra plastica riciclata e persino a glitter e a speciali additivi.
Qual è il processo di stampaggio ad iniezione?
Lo stampaggio a iniezione della plastica si riduce in quattro semplici passaggi:
- Fusione del materiale
- Iniezione del materiale fuso in uno stampo
- Raffreddamento fino allo stato solido
- Rimozione dallo stampo del materiale indurito
Ovviamente un processo di stampaggio a iniezione non può avvenire senza l’ausilio di una macchina. Quest’ultima a sua volta è composta da quattro parti principali ossia l’unità di iniezione, quella di bloccaggio, di controllo e base. Le aziende stampaggio plastica per iniziare il processo a iniezione, alimentano i pallet a base di polimeri dopo averli inseriti in un barile speciale che ruotando li riscalda, avendo all’interno delle canne che sciolgono la plastica fino a renderla completamente allo stato fuso. Quando il ciclo della macchina viene avviato, lo stampo si chiude e l’alta pressione del barile agisce come uno stantuffo gigante in una siringa. In meno di pochi secondi, inietta la plastica fusa nella parte vuota dello stampo chiamata cavità. Per farla raffreddare rapidamente i tecnici dell’azienda stampaggio materie plastiche versano il liquido fuso in un composto a base di acqua. A seguito di ciò, in meno di 60 secondi, il materiale si solidifica assumendo la medesima sagoma dello stampo preventivamente predisposto con forma e dimensione ben precisa.